08 Ott Banche centrali, istituti di credito, stato e il gioco delle tre carte
Quantitative Easing è sinonimo di salvataggio incondizionato. Letteralmente “alleggerimento quantitativo”, ci si riferisce al quantitative easing quando una banca centrale acquista vere e proprie parti di debito – piuttosto che titoli tossici – da banche in “grossa crisi” come direbbe Queelo..
Il punto è che le banche centrali sono anche gli istituti incaricati di creare moneta. Si insomma, titoli tossici vengono comprati con danaro creato ad hoc con la speranza che questa nuova liquidità permetta alle banche di raddrizzare la propria condotta e concedere credito ai piccoli risparmiatori a tassi di interesse sempre più bassi. Nella realtà nulla di tutto questo accade, il cerchio si chiude con una crescita del deficit da parte di nuclei familiari, banche e stato. Nella migliore delle ipotesi, il danaro investito dalle banche centrali per salvare gli istituti di credito viene reinvestito in bond e titoli di stato, in totale disinteresse nei confronti dei cittadini, sfruttando danaro indirizzato originariamente a loro a fini meramente privati.
Versione apocalittica dell’intero processo, è vero. Ma è quello che potrebbe succedere se questo gioco – Si insomma, il gioco delle tre carte in atto fra FED, istituti di credito e Stato – dovesse ad un certo punto inalberarsi. C’è un bell’articolo su Finanza in Chiaro che spiega al volo proprio questo meccanismo. Ed è lì che scopro che in ballo c’è un nuovo piano di Quantitative Easing (Quantitative Easing 2) che riguarda la FED, ma che riguarda anche la BCE e che infondo, riguarda tutto il mondo. Come direbbe Enzo, “Stiamo a vedè”.
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