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Intervista esclusiva ad Adam Kriney dei LA OTRACINA

24 Mag Intervista esclusiva ad Adam Kriney dei LA OTRACINA

I LAOTRACINA sono una della band più fighe di Brooklyn in arrivo direttamente al Sidro Club di Savignano sul Rubicone il prossimo 31 maggio. Con loro oltre ai Pater Nembrot a fare gli onori di casa i berlinesi Kadavar per una serata che lascia intendere alti livelli di psichedelia. Ho parlato – nel senso più telematico e nerd del termine – di un po’ di queste e di altre cose con il batterista cantante de LAOTRACINA Adam Kriney. Per leggere l’intervista in lingua originale clicca qui. Di seguito invece trovi la versione tradotta da me e.. da Google translate 🙂 Here we go…

La scena heavy psichedelica nasce nel tuo pese, dai Blue Cheer agli  Sleep, dagli Stooges ai Grand Funk Railroad. Negli ultimi anni tuttavia sembra avere trovato fortuna anche in Europa. In quale parte del mondo vi sentite più a vostro agio?

Adam KrineyBeh siamo stati in Europa per 1 mese e ci sentiamo bene, come se alle persone interessasse  molto di più della musica che facciamo. Penso che in linea generale gli americani siano persone relativamente ignoranti, mentre gli europei hanno un maggiore senso estetico, conoscono l’arte e hanno gusto per  le loro scelte musicali. Quindi, non solo l’europa è più preparata a comprendere forme artistiche varie e a lasciarsi ispirare da ciò che facciamo, ma il suo sistema di sostegno ai beni culturali ed artistici ci permette di essere pagati molto di più che in America. Questo potrebbe essere vero anche per generi musicali che esulano la musica psichedelica. Ammetto che la mia percezione possa essere viziata dal fatto che sono nato negli Stati Uniti. Devo dire però che essere in tour nell’UE è stato infinitamente più divertente di qualsiasi tour che io abbia mai fatto negli USA.E ne ho fatti per 17 anni.

Quali parole useresti per descrivere le differenze tra USA e UE?
Dimmene solo 3.

Immaginazione (gli Stati Uniti non ne hanno, in Europa ce n’è tanta).
Amichevole (gli Stati Uniti non lo sono, l’Europa lo è molto).
Grasso  (la gente degli Stati Uniti è molto grassa, in Europa ve la cavate molto meglio).

E’ la seconda volta in Italia per voi. Conoscete il nostro paese abbastanza bene anche perchè nelle fila de LA OTRACINA ha militato per diverso tempo un musicista italiano, Ninni Morgia alla chitarra. C’è un aspetto della nostra cultura che ti affascina in particolare e perché la line up è cambiata?

Non mi ricordo molto il tour che abbiamo fatto in Italia. La band non stava molto bene a quei tempi. L’atmosfera tra i membri non è stata mai troppo rilassata e collaborativa e la musica non era estremamente “forte”. Quindi voglio dimenticare quei tempi. Ed in effetti proprio non me ne ricordo. Ninni è stato nella banda solo per 1 anno. Abbiamo scritto dell’ottima musica assieme, ma penso che abbiamo raggiunto un maggiore feeling musicale e stilistico nel periodo in cui abbiamo militato assieme nei QUIVERS, una jam band di cui entrambi abbiamo fatto parte. Ad ogni modo, ho avuto un sacco compagni di band, questo fa parte della storia della musica de LAOTRACINA.

Parafrasando il vostro nome – LA OTRA CINA è una formula ispanicheggiante che allude all’idea dell’ “altra scena”, The Other Scene – anche in italia si possono trovare band e progetti “alternativi”. C’è qualche band del nostro paese o un musicista che apprezzi particolarmente?

Mi piacciono un sacco gli Osanna e i Sensations Fix. Gli IN ZAIRE sono un’altra grande band italiana, abbiamo appena finito un tour con loro, spaccano!

Nel 2012, fare il musicista indipendente è sufficiente per vivere?

Nel 2012 spendo parte del mio tempo su questo pianeta suonando musica, come ho sempre fatto. Non ho mai guadagnato a sufficienza per vivere di  musica. Non credo che questa sia una realtà che proverò mai nella mia vita. A meno che tu non figuri  sulla copertina di migliaia di riviste, o che tu non venda milioni di dischi, non saprei come possa essere possibile guadagnarsi da vivere come musicista oggi. Potrei anche sbagliarmi, ma questa cosa per me è pura fantascienza.

A proposito di tempo libero, quello speso lontano dal palco. Cosa ti piace fare quando non sei in tour?

Mi piace ascoltare musica, provare, fare nuove band / progetti, lavorare sulla musica. Mi piace anche cimentarmi nella realizzazione di opere d’arte o  progetti simili. Mi piace cucinare e leggere cose strane. Mi piace vedere i miei amici e godere di buona energia e vibrazioni. La meditazione ed il silenzio sono altrettanto divertenti.

A che età hai iniziato a suonare? Cosa ti ha spinto a prendere le bacchette in mano e capire che avresti potuto esprimerti attraverso loro?

Il mio rapporto con la musica è iniziato a 10 anni, suonavo il clarinetto a scuola. Poi mi sono avvicinato a tutti gli strumenti a fiato e un po’ al pianoforte. Quando avevo 16 anni ho iniziato a suonare la batteria sempre a scuola. Ho fondato la mia prima band  a 17 anni. Ho sempre voluto suonare la batteria, questo lo sapevo. Non so perché, ma sembra funzionare per me! Se però mi stai chiedendo di “espressione”, questo è un altro discorso. “Riprodurre musica” e “esprimersi attraverso la musica” sono due cose non necessariamente correlate. Alcune persone sono pagate per suonare musica che a loro stesse non piace ed in quel modo spesso non esprimono nulla. Altre amano ascoltare musica, ma ancora non hanno imparato ad esercitarsi in atti creativi, nel comporre, così rimangono lontani dal capire come si possano esprimere emozioni ed energia attraverso la musica. Io so come farlo, penso di averlo capito negli ultimi 3 o 4 anni, forse meno, ogni anno penso di saperlo sempre meno. Io non so nulla. Voglio saperne di più. Rimango umile. Comunque, probabilmente ho suonato la batteria per 15 anni prima di capire che cosa vuol dire suonare in modo ‘espressivo’.

Quali sono state le band e gli artisti che più ti hanno influenzato?

All’inizio sono stato influenzato dai primi dischi dei Metallica e anche dal catalogo originale di Misfits / Samhain / Danzig  … Poi come si sà la vita va avanti. Da allora molte cose sono entrate a far parte di essa, dal free-jazz ai Grateful Dead.

Ti piace Robert Wyatt?

Certo. Non è un’influenza diretta, ma lo conosco e rispetto infinitamente il suo lavoro!

Il suono della tua band è fluido e può sembrare totalmente improvvisato, free, impulsivo, alla maggior parte degli ascoltatori. In realtà ci sono e ci devono essere degli “schemi”. Ti senti di raccontarci qualcosa del processo creativo de LAOTRACINA?

Beh abbiamo tanti modi per comporre. Alcune canzoni sono molto rigide, alcune dispongono di sezioni aperte con improvvisazioni e dinamiche. A volte suoniamo un solo pezzo dal vivo e lo combiniamo in un medley con altre parti di altre canzoni. Ci piace tenere la forma della nostra musica libera. Questo metodo si basa sui concerti dal vivo dei Grateful Dead, sono quelli che mi hanno influenzato di più nel fare questo. Ultimamente però stiamo cercando di scrivere canzoni
semplici, più facili da suonare, così possiamo svilupparle nel tempo piuttosto che aggiungere delle variazioni. E’ tutto in evoluzione. All’attivo abbiamo 20 album realizzati in circa 9 anni, abbiamo usato tanti metodi di composizione, siamo aperti a molte idee, questo è ciò che ci rende diversi credo. Penso che l’obiettivo finale sia quello di suonare un concerto e non rendere così facile la possibilità di capire quando un’idea inizia o termina, si va solo avanti e avanti, perché questo è ciò che rende la musica psichedelica, la distorsione dei sensi, la confusione, il turbinio delle idee che ci stanno attorno.

Sarete in tour con i berlinesi KADAVAR, una band che ha recentemente firmato per la Tee Pee Records.
Li hai conosciuto prima di iniziare il tour? Cosa pensi del loro suono e della loro etichetta?

Sì, il nostro tour assieme ai Kadavar è iniziato da pochissimi giorni! Li abbiamo incontrati a Berlino due settimane fa, sono dei tizi molto interessanti. Siamo entusiasti del tour nell’europa dell’est che faremo assieme! Quello che abbiamo ascoltato su youtube è molto cool, penso che sarà una grande band con cui suonare, con loro condividiamo sia l’approccio hard rock che quello psichedelico! Abbiamo appena finito di andare in tour con gli IN ZAIRE per il primo mese della nostra avventura europea, anche loro sono una band fantastica, un altro fondamentale tassello del mondo psichedelico! La Teepee è un’etichetta fresca e dinamica, abbiamo anche alcuni amici che lavorano con loro come i Naam, gli Ancestors, gli Assemble Head In Sunburst Sound, i Titan, gli Aqua Nebula Oscillator, ecc.. Ad ogni modo, se il motore della macchina KADAVAR è pronto anche noi siamo pronti per partire! A presto a tutti!

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